Don Teófilo Pérez, ssp

La formazione paolina

  1. PRÆNOTANDA

Il titolo  di questa relazione (La formazione paolina) è alquanto generico;  occorre precisare l’argomento che intendiamo avvicinare. Si tratta  di presentare come ha formato il beato Alberione l’apostolo della comunicazione, quali indicazioni ci ha lasciato… e non  soltanto nei suoi  scritti ma  anche,  soprattutto, nella  sua  prassi,  con riferimenti anche  alla mia/nostra esperienza diretta personale (supposto che ci sia!). Parafrasando una  affermazione di san  Paolo  (lui si dedicò  con  instancabile passione a formare i suoi  figli), possiamo dire  che Don  Alberione,  «come un  sapiente architetto», ha posto  il fondamento, sopra  il quale  egli stesso  e poi  altri (i propri collaboratori  e successori)  vi hanno costruito… stando attento ciascuno  a come  costruisce  (cf. 1Cor  3,10). L’architetto traccia  il piano  ideale della costruzione che s’intende realizzare; poi arriva  il geometra, arrivano i muratori, i fornitori  di materiali,  gli operai…  il cantiere si mette  all’opera! Coloro che lavorano direttamente sul terreno, qua- si sempre, pur  rispettando le linee  maestre, dovranno  apportare delle piccole varianti man  mano  che la costruzione cresce. Questo, che  vale  allorché  si parla  di  un  edificio  materiale, diventa molto più  complesso quando  ciò che  si vuol  costruire (formare) è  una persona, anzi tante  persone che assieme  costituiscono quella  realtà morale   che  è  stata   chiamata  all’inizio  della  fondazione  paolina “Casa” e successivamente “Congregazione”: qualcosa  di singolare (perché deve  avere  unità,  presentare una  sua  precisa  identità) e allo stesso  tempo plurale (si ha  a che fare con molteplicità di soggetti, ciascuno  con i suoi connotati ben definiti).  E inoltre,  l’edificio progettato non  è qualcosa  di statico, bensì è costitutivamente dinamico,  cambiante pur  nella sostanziale continuità, perché ognuno dei componenti è «pietra viva di un edificio spirituale» (cf. 1Pe 2,5): ci troviamo cioè con il flusso  della  vita, aperta sempre (di più,  de- stinata  necessariamente) a continui e nuovi  sviluppi. Ciò rende il compito estremamente complicato, ma anche  immensamente ricco,…

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