PERCHÉ UNA RIFLESSIONE SUI VOTI?
In un Incontro qualificato e di grande interesse quale la nostra Congregazione sta vivendo – SEMINARIO INTERNAZIONALE SUL CARISMA PAOLINO – può trovare spazio una riflessione sui voti o consigli evangelici? Pensiamo proprio che la risposta non possa che essere affermativa. E questo per diverse ragioni.
Una prima ragione è la coerenza.1 Non sembra possibile approfondire il carisma senza rivisitare il tema dei voti. Nella “esperienza dello Spirito” – il carisma, appunto – donata a don Alberione circa la Società San Paolo, la vita religiosa, e con essa i voti o consigli evangelici, costituiscono elemento integrante, trattandosi di quel “passo definitivo” (AD 24) che il Fondatore fu spinto a compiere verso il 1910.
Ma ci sono altre ragioni, che potremmo chiamare di opportunità, o ancor più, di urgenza di una riflessione sui voti.
Per alcuni, infatti, il tema dei voti evoca qualcosa di abbastanza lontano, un semplice richiamo a quanto si è conosciuto e studiato nell’anno (bello o difficile) del noviziato, e magari relegato più tra i ricordi, nemmeno tanto piacevoli, che tra i motivi-guida della vita.
Per altri, si potrebbe trattare di qualcosa di scontato, quasi di ovvio, comunque non ben vivo e quindi pressoché ininfluente sia sul piano dottrinale sia sul piano pratico.
Potrebbe essersi verificato anche un altro atteggiamento. È possibile che i voti, recepiti a suo tempo in un’ottica quasi esclusivamente giuridica, richiamino oggi solo “cose proibite” e “cose ordinate”. Con la conseguenza di un istintivo rifiuto!
Accanto a queste ragioni, occorre tener presente la mutata sensibilità dell’uomo contemporaneo, diversa da quella del secolo scorso, essendo ben diverso il tessuto socio-culturale-religioso in cui vive…
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