Nel 1953, giunto all’età di 70 anni, in occasione del quarantesimo di fondazione, egli solleva discretamente il velo sul suo cammino umano-spirituale e così scrive: «Se per condiscendere a voi, egli volesse narrarvi qualcosa di quanto ancora ricorda e credete utile per la Famiglia Paolina, dovrebbe raccontare una duplice storia: la storia delle Divine Misericordie per cantare un bel “Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus”. Inoltre, la storia umiliante della incorrispondenza all’eccesso della divina carità e comporre un nuovo doloroso “Miserere” “pro innumerabilibus negligentiis, peccatis et offensionibus”».
La “duplice storia” inizia a San Lorenzo di Fossano (Cuneo) dove Giacomo Alberione nasce nella cascina delle “Nuove Peschiere”. La famiglia Alberione è guidata da papà Michele e benevolmente curata da mamma Teresa Allocco. Ci sono già i fratelli: Giovenale, Francesco, Giovanni; seguiranno la sorellina che morirà entro un anno e l’ultimo fratello Tommaso. Famiglia di poveri contadini, profondamente cristiana e laboriosa, che trasmette ai figli con la fede una forte educazione al lavoro e una fiducia incrollabile nella Provvidenza.
Presso la cappella dedicata a San Lorenzo riceve il Battesimo il giorno successivo, 5 aprile.
Il progetto di Dio su Giacomo comincia ad evidenziarsi molto presto: in prima elementare, interrogato dalla maestra Rosa Cardona su cosa farà da grande, egli risponde con chiarezza: «Mi farò prete!».
Seguono gli anni della fanciullezza orientati in questa direzione.
Nella abitazione della famiglia nella regione di Cherasco, parrocchia San Martino, diocesi di Alba, il parroco don Montersino aiuta l’adolescente a prendere coscienza e a rispondere alla chiamata del Signore.
Nel Seminario di Bra trascorre quattro anni scolastici, dal 25 ottobre 1896 al 7 aprile 1900, durante il secondo, il terzo, il quattro e il quinto corso ginnasiale.
A 16 anni Giacomo è accolto nel Seminario di Alba e subito si incontra con colui che gli sarà padre, guida, amico, consigliere per 46 anni: il canonico Francesco Chiesa, professore di filosofia e di teologia dogmatica e morale.
Il giovanissimo sacerdote prega molto, studia, si presta per predicazione, catechesi, conferenze nelle parrocchie della diocesi. Dedica pure molto tempo allo studio, approfondendo particolarmente testi che lo illuminano e lo aggiornano sulla situazione della società civile ed ecclesiale del suo tempo e sulle necessità dell’uomo d’oggi: verso dove cammina questa umanità?
Ma il Signore lo vuole e lo guida in una missione nuova, multiforme nei mezzi e nelle strutture, per predicare il Vangelo a tutti i popoli, nello spirito dell’Apostolo San Paolo: portare gli uomini a Dio e Dio agli uomini, utilizzando i mezzi moderni di comunicazione. Testimoniano tale orientamento due libri di notevole importanza, maturati in quegli anni: “Appunti di teologia pastorale” (1912) e “La donna associata allo zelo sacerdotale” (iniziato nel 1911 e pubblicato nel 1915).
Maggior luce e maggior comprensione per un nuovo passo avviene nel 1910, quando Don Alberione prende coscienza che la missione di dare Gesù Cristo al mondo deve essere assunta e realizzata da persone consacrate: «Le opere di Dio si fanno con gli uomini di Dio», amerà ripetere spesso.
Al termine dell’Anno Santo 1900, già fortemente interpellato dall’enciclica di Papa Leone XIII “Tametsi futura”, Giacomo asseconda l’invito potente della grazia divina: nella notte del 31 dicembre 1900, che divide i due secoli, sosta per quattro ore in adorazione davanti al SS.mo Sacramento solennemente esposto nella Cattedrale di Alba. Una “particolare luce”, come testimonia egli stesso, gli viene dall’Ostia e da quel giorno si sente «profondamente obbligato a far qualcosa per il Signore e per gli uomini del nuovo secolo», “obbligato a servire la Chiesa”, con i mezzi nuovi offerti dall’ingegno umano.
È in seguito a tale esperienza che Don Alberione ricorda senza fine a tutti i suoi figli e figlie: «Siete nati dall’Ostia, dal Tabernacolo!».
L’itinerario del giovane Alberione prosegue molto intensamente negli anni dello studio della filosofìa e teologia;
L’8 dicembre 1902 è la data della vestizione clericale.
Sabato, festa dei santi apostoli Pietro e Paolo, Giacomo Alberione viene ordinato sacerdote, con il sacro ordine del Presbiterato per le mani di mons. Giuseppe Francesco Re.
Nel secondo anno di teologia morale (1907-1908), dopo l’ordinazione sacerdotale, Don Giacomo Alberione si dedicò particolarmente allo studio della morale in ordine all’ufficio di confessore, e della pastorale in ordine alla cura diretta delle anime.
Segue una breve ma decisiva esperienza pastorale in Narzole (Cuneo), nella parrocchia di S. Bernardo, in qualità di vice parroco, da marzo 1908 per circa sette mesi.
Nei pochi mesi di apostolato pastorale diretto incontra il giovinetto Giuseppe Giaccardo che per lui sarà ciò che fu Timoteo per l’Apostolo Paolo.
E sempre a Narzole Don Alberione matura una maggior comprensione di ciò che può fare la donna coinvolta nell’apostolato.
Per obbedire a Dio e alla Chiesa, il 20 agosto 1914, mentre a Roma muore il santo pontefice Pio X, ad Alba Don Alberione dà inizio alla “Famiglia Paolina” con la fondazione della Pia Società San Paolo. Tutto avviene in forma semplice e dimessa: Don Alberione si sente strumento di Dio, mosso dalla pedagogia divina che ama “iniziare sempre da un presepio”, nel silenzio e nel nascondimento.
La famiglia umana - alla quale Don Alberione si ispira - è composta di... fratelli e sorelle. Don Alberione è ben consapevole del ruolo importante che la donna esercita nel “fare del bene” a gloria di Dio e per la salvezza dei fratelli. La prima donna che segue don Alberione è una ragazza ventenne di Castagnito (Cuneo): Teresa Merlo. Lentamente, ma decisamente, tra difficoltà di ogni genere, la “Famiglia” si sviluppa, le vocazioni maschili e femminili aumentano, l’apostolato si delinea e prende forma.
Nel 1918 (dicembre) avviene una prima partenza di “figlie” verso Susa: inizia una coraggiosa storia ricca di fede e di giovanile entusiasmo, che genera anche uno stile caratteristico, denominato “alla paolina”.
È abbastanza semplice seguire la cronologia di questi anni: ma quanto cammino, quanto progresso! Dio è presente e dà segni evidenti che è Lui solo a volere la Famiglia Paolina.
Festa della Natività di Maria Vergine, il vescovo di Alba, mons. G. Francesco Re, all’ombra del santuario albese di nostra Signora della Moretta, incaricò il sacerdote Giacomo Alberione di dirigere il settimanale della diocesi, Gazzetta d’Alba.
Nasce in questa data la Scuola Tipografica Piccolo Operaio, nucleo o seme della futura Pia Società di San Paolo, per l’apostolato della stampa, eretta successivamente da mons. Re, il 12 marzo 1927, in congregazione religiosa di diretto diocesano.
Con il contributo di Teresa Merlo, Alberione dà inizio alla prima comunità femminile della futura Pia Società Figlie di San Paolo.
Esce il primo numero della pubblicazione intitolata Unione Cooperatori Buona Stampa, organo di unione tra la Pia Società San Paolo e i suoi Cooperatori, e dei Cooperatori tra di loro.
Nel luglio 1923 una nube oscura sembra troncare sul nascere tutti i sogni. Don Alberione si ammala gravemente; e il responso dei medici non lascia speranze. Ma ecco che, contrariamente ad ogni previsione, Don Alberione riprende miracolosamente il cammino: «San Paolo mi ha guarito», commenterà in seguito.
Nel 1924 prende vita la seconda congregazione femminile: le Pie Discepole del Divin Maestro, per l’apostolato eucaristico, sacerdotale, liturgico. A guidarle nella nuova vocazione Don Alberione chiama la giovane Orsola Rivata.
Si concretizza la fondazione della prima Casa “filiale” a Roma, seguita negli anni successivi da molte fondazioni in Italia e all’Estero.
Don Alberione, sempre infiammato dallo “zelo” per le anime, va individuando le forme più rapide per raggiungere con il messaggio evangelico ogni uomo, soprattutto i lontani e le masse.
Intuendo che, accanto ai libri, un mezzo molto efficace potrebbe essere la pubblicazione di periodici, eccolo ...buttarsi massicciamente in questa forma di apostolato.
• Nel 1912 nasce la rivista Vita Pastorale destinata ai parroci, affinchè «ogni pastore sia un Pastor Bonus, modellato sopra Gesù Cristo...»;
• Nel 1931 nasce Famiglia Cristiana, rivista settimanale con lo scopo di alimentare la vita cristiana delle famiglie.
• La Madre di Dio nasce nel 1932, «per svelare alle anime le bellezze e le grandezze di Maria»;
• Pastor bonus (1937), è stata una rivista mensile in lingua latina, nella quale si è riflettuto su problemi di cura pastorale e ha inoltre offerto profonde meditazioni biblico-teologiche;
• Via, Verità e Vita (1952), rivista mensile per la conoscenza e l’insegnamento della dottrina cristiana;
• La Vita in Cristo e nella Chiesa (1952), è un periodico che ha lo scopo di far «conoscere i tesori della Liturgia, diffondere tutto quello che serve alla Liturgia, vivere la Liturgia secondo la Chiesa...».
• Don Alberione nel 1924 pensa anche ai ragazzi: per loro fa pubblicare Il Giornalino.
Per Don Alberione l’attività piena riprende alla fine del 1945, con i grandi viaggi intorno al mondo, allo scopo di incontrare e confermare fratelli e sorelle. Rimane “folgorato” dall’Oriente (India, Cina, Filippine...): le moltitudini, i miliardi di persone... Ma quanti conoscono Gesù Cristo? «Mi protendo in avanti! Non pensare a quel che si è fatto, ma piuttosto a quanto rimane da fare».
Gli anni 1950-1960 sono gli anni d’oro del consolidamento della Famiglia Paolina: tutto fiorisce con vocazioni, fondazioni, edizioni, iniziative molteplici, impegno nella formazione, nello studio, nella povertà.
Don Alberione è ora la guida di circa diecimila persone, inclusi pure i Cooperatori Paolini, tutte unite tra loro dallo stesso ideale di santità e di apostolato: l’avvento di Cristo, Via, Verità, Vita, nelle anime e nel mondo, mediante gli strumenti della comunicazione sociale.
A soli diciassette anni dalla fondazione, nel mese di agosto del 1931, Don Alberione invia i primi missionari fuori d’Italia: Brasile, Argentina, Stati Uniti.
La seconda espansione della Pia Società di San Paolo nel mondo: si avviano le fondazioni della Spagna, di Polonia, e dell’Estremo Oriente asiatico: Cina, Giappone, India e Isole Filippine.
Nel mese di luglio, dopo un corso di esercizi spirituali da lui predicati, Don Alberione va a vivere stabilmente a Roma, in via di Grottaperfetta, portando con la sua persona anche la Direzione generale di tutta la Famiglia Paolina, e una ricchezza di progetti e iniziative.
Nell’ottobre 1938 Don Alberione fonda la terza congregazione femminile: le Suore di Gesù Buon Pastore o “Pastorelle”, destinate all’apostolato pastorale diretto in ausilio ai Pastori.
“Dobbiamo iniziare l’apostolato del Cinema: andiamo a fare un’ora di adorazione presso la tomba di San Paolo”, dice un giorno Don Alberione ad alcuni suoi collaboratori, e insieme si avviano verso la Basilica dell’Apostolo Paolo in Roma.
Per svolgere l’attività cinematografica, viene costituita la Società Anonima Romana Editrice Film (REF) – prima denominazione della Sampaolo Film.
La seconda guerra mondiale (1940-1945) segna una battuta d’arresto; ma il Primo Maestro, forzatamente fermo a Roma, non si ferma nel suo itinerario spirituale. Mentre attende il ritorno di condizioni migliori per operare, egli va accogliendo in misura sempre più radicale la luce di Dio in un clima di adorazione e contemplazione ogni giorno crescente.
Frutto di tale attitudine adorante sono gli scritti che il Fondatore continua a regalare ai suoi figli, tutti di grande rilievo per la Famiglia Paolina. Ricordiamo solo la “Via humanitatis” (1947), altissima rilettura del cammino dell’umanità in ottica mariana (“per Mariam, in Christo et in Ecclesia”), e quello che è il suo sogno incompiuto: il Progetto di un’enciclopedia su Gesù Maestro (1959).
Pio XII concede alla Pia Società San Paolo il Decreto di lode e ne approva le Costituzioni. Il 12 luglio Don Alberione va in udienza privata da Pio XII. Il 27 giugno 1949 viene ottenuta l’approvazione definitiva.
Primo viaggio di Don Alberione negli Stati Uniti; Secondo viaggio nel 1949, toccando l’India, le Filippine e il Giappone; Estate del 1949: negli USA, Messico, Canada; Primavera 1952: nelle Americhe; Primavera del 1953: nuovamente in Oriente, come nel 1949; Autunno 1955: Oriente; 1963-64: visita le Case paoline di tutti i Continenti (compresa l’Africa) con l’evidente intenzione di dare a tutti l’ultimo saluto.
La prima trasmissione radio sperimentale viene fatta il giorno di Natale del 1948; alle ore 8 precise la “Radio San Paolo” inizia a chiamare gli ascoltatori precedentemente avvisati; alle 8,10 Don Alberione, molto emozionato, si siede davanti al microfono e comincia a parlare.
L’approvazione pontificia definitiva della Pia Società delle Figlie di San Paolo.
Si celebra il quarantesimo di fondazione, documentato in un volume pubblicato nella circostanza: “Mi protendo in avanti”. È esattamente in questa occasione che Don Alberione riesce a vincere la sua naturale ritrosia nel parlare di se stesso e consegna ai suoi figli lo scritto che sarà pubblicato con il titolo: “Abundantes divitiae gratiae suae”, e che viene considerato ora come la “storia carismatica della Famiglia Paolina”.
È la data ufficiale della Dedicazione della chiesa costruita ad onore di Maria SS. Regina degli Apostoli, a compimento del voto fatto da Don G. Alberione durante la guerra del 1939-1940.
Nel 1957 si tiene il Primo Capitolo Generale della Pia Società di San Paolo. Al Capitolo è presente Don Alberione, che ha personalmente diretto tutti i lavori capitolari.
Viene concessa alle suore di Gesù Buon Pastore la prima approvazione pontificia, e il Decreto di lode.
Le Suore della Regina degli Apostoli, dette “Apostoline”, sono l’ultima Congregazione religiosa fondata da Don Giacomo Alberione, alla quale è affidata una missione molto importante, specialmente oggi, ossia quella di interessarsi delle Vocazioni religiose, sacerdotali ed apostoliche.
Approvazione pontificia per i tre Istituti Aggregati (fondati nel 1958): 1) Istituto Gesù Sacerdote, per sacerdoti diocesani; 2) Istituto San Gabriele Arcangelo, per uomini laici; 3) Istituto Maria SS. Annunziata, per le donne laiche.
Il Venerabile Don Giacomo Alberione è vissuto 87 anni. Le ultime ore di Don Alberione vengono confortate dalla visita e dalla benedizione del Papa Paolo VI, che non ha mai nascosto la sua ammirazione e venerazione per Don Alberione. Ad ogni membro della Famiglia Paolina è oltremodo cara la testimonianza che Paolo VI ha lasciato nella memorabile Udienza concessa al Primo Maestro e a una folta rappresentanza di membri della Famiglia Paolina il 28 giugno 1969 (Don Alberione ha già 85 anni):
«Eccolo: umile, silenzioso, instancabile, sempre vigile, sempre raccolto nei suoi pensieri, che corrono dalla preghiera all’opera, sempre intento a scrutare i “segni dei tempi”, cioè le più geniali forme di arrivare alle anime, il nostro Don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore e ampiezza al suo apostolato, nuova capacità e nuova coscienza della validità e della possibilità della sua missione nel mondo moderno e con i mezzi moderni. Lasci, caro Don Alberione, che il Papa goda di codesta lunga, fedele e indefessa fatica e dei frutti da essa prodotti a gloria di Dio ed a bene della Chiesa».
Il 25 giugno 1996 il Santo Padre Giovanni Paolo II firma il Decreto con il quale vengono riconosciute le virtù eroiche e il conseguente titolo di Venerabile da attribuirsi a Don Giacomo Alberione.
Papa Giovanni XXIII concede l’approvazione definitiva della Congregazione Pie Discepole del Divin Maestro e delle loro Costituzioni.
Il Concilio Vaticano II: il Primo Maestro è protagonista silenzioso, ma molto attento, alle cui quattro “sessioni” partecipa quotidianamente con vivo impegno. Giorno di particolare giubilo è il 4 dicembre 1963, in cui viene emanato il Decreto conciliare “Inter Mirifica” sugli strumenti della comunicazione sociale da assumersi come mezzi di evangelizzazione.
Egli così commenta: «Ora non potete più avere dubbi. La Chiesa ha parlato». E ancora: «Vi ho dato il meglio. Se avessi trovato qualcos’altro di meglio, ve lo darei ora, ma non l’ho trovato».
Don Alberione visita Padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo (Foggia).
Don Alberione, l’uomo delle coraggiose decisioni, della previdente autarchia, si rivela tale anche nel campo dei dischi. In questo giorno viene inaugurato l’Auditorio per l’incisione della voce e della musica, prima fase per la produzione del disco.
Si apre il Secondo Capitolo Generale, che è anche Speciale. Il 5 agosto seguente Don Alberione viene eletto Superiore Generale emerito. Gli succede nel governo don Luigi Damaso Zanoni.
Paolo VI riceve nella Sala Clementina del Vaticano, per una udienza speciale, il Sacerdote Giacomo Alberione accompagnato dai Capitolari della Pia Società di San Paolo e da una larga rappresentanza delle altre Congregazioni ed istituti della Famiglia Paolina.
Don Giacomo Alberione muore alle ore 18,25. Un’ora prima il Santo Padre Paolo VI lo visita e si inginocchia davanti al letto nella stanza di via Alessandro Severo 58, Roma.
Il Processo canonico per la causa di beatificazione si apre ad Alba nel tempio di San Paolo Apostolo alle ore 17.
Giovanni Paolo II dichiara Don Alberione “Venerabile”, perché ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali e annesse.
Il Santo Padre Giovanni Paolo II, presenti i Superiori generali della Famiglia Paolina, legge il Decreto per la Beatificazione del Venerabile Don Giacomo Alberione.
In piazza San Pietro, alle ore 10.30, papa Giovanni Paolo II iscrive nel martirologio romano Don Giacomo Alberione tra i Beati.